La plastica è tra i materiali più inquinanti che esistano, basti pensare che i tempi di degradazione di una busta o una bottiglia variano dai 100 ai 1000 anni. Negli ultimi decenni, per fortuna, si è pensato a materiali sostitutivi sempre più ecologici e rispettosi dell’ambiente come la bioplastica proveniente da materie prime non inquinanti. Ma sembra che ci siano grandi novità all’orizzonte.
In questi giorni si parla, infatti, di un nuovo tipo di materiale plastico ottenuto da caffè, prezzemolo, cannella e altri scarti vegetali. È quanto emerge da recenti studi effettuati dall’Istituto Italiano di Tecnologia che negli ultimi anni ha condotto un lungo lavoro sui cosiddetti materiali “smart”. Obiettivo? Riutilizzare le migliaia di tonnellate di scarti vegetali prodotti ogni anno in tutta Europa, per realizzare un tipo di materiale plastico a chilometro zero.
Il complicato metodo di lavorazione prevede l’utilizzo di residui vegetali, solventi o polimeri biocompatibili dai quali è possibile ricavare un materiale malleabile e versatile, molto simile alla plastica, ma totalmente biodegradabile, da cui è possibile ottenere plastiche con particolari caratteristiche antiossidanti o antibatteriche e in grado di mutare colore e aroma in tutte le stagioni.
Naturalmente, questo nuovo materiale ha un costo più elevato rispetto alla plastica tradizionale, ma il suo valore ecologico di sicuro non ha eguali.